Il gergo della malavita
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Il gergo della malavita
Una pagina a se’ per il gergo della malavita in Calabria. Non e’ esaltazione e neppure riverenza rivolta ad un qualcosa che e’ legato ad un lato negativo della regione ma non e’ giusto che queste parole vadano ad aggiungersi in quel vuoto dell’oblio.
Anche queste parole fanno parte di un certo patrimonio storico ed appartengono ad una realta’ vissuta da esseri umani ad un contesto linguistico del passato che non e’ del tutto cambiato, anche se molte cose si sono evolute, rimangono tracce, tradizioni, seppur negative che fanno parte di un contesto di identificazione di un territorio e di un passato linguistico che molti oggigiorno non conoscono.
Si tenga presente che queste parole riguardano la Calabria nella sua interezza e non solo la nostra provincia, alcune parole sono state “selliotizzate” per renderle piu’ comprensibili, alcune saranno inserite nel modo originale, non avendo trovato la parola a noi piu’ comprensibile.
Diciamo che essendo un patito del dialetto, non potevo non trascrivere queste parole che sono si’ gergali ed appartenenti al mondo della malavita ma pur sempre originari delle nostre province.
Invito gli utenti a partecipare qualche parola di loro conoscenza e di dialogare insieme, anche scherzandoci su’ magari su qualcosa che potrebbe far sgorgare qualche sorriso o qualche semplice battuta. Se preferite, possiamo fare come nella sezione del dialetto, dove si cercava di indovinare il significato della parola. All’inizio mettero’ parole seguite dal loro significato e poi continueremo nel modo migliore. Il tutto fatto in armonia e coi modi che ci contraddistinguono, il filo portante rimane sempre quello del sorriso.
Funciu=cappello
Richiama la forma di alcuni cappelli, indicati come "cappelli a fungo"
Ceramidu=Berretto o cappello.
Deriva dal lessico comune, dove ha l'accezione di "tegola". E' una delle tante parole greche (Keramos) che abbondano nel nostro dialetto. L'immagine e' chiaramente figurativa.
Supracielu=Cappello
La metafora e' tanto chiara quanto giusta. Indicato come appartenente al gergo palermitano ma molto diffuso in tutta la Calabria.
Anche queste parole fanno parte di un certo patrimonio storico ed appartengono ad una realta’ vissuta da esseri umani ad un contesto linguistico del passato che non e’ del tutto cambiato, anche se molte cose si sono evolute, rimangono tracce, tradizioni, seppur negative che fanno parte di un contesto di identificazione di un territorio e di un passato linguistico che molti oggigiorno non conoscono.
Si tenga presente che queste parole riguardano la Calabria nella sua interezza e non solo la nostra provincia, alcune parole sono state “selliotizzate” per renderle piu’ comprensibili, alcune saranno inserite nel modo originale, non avendo trovato la parola a noi piu’ comprensibile.
Diciamo che essendo un patito del dialetto, non potevo non trascrivere queste parole che sono si’ gergali ed appartenenti al mondo della malavita ma pur sempre originari delle nostre province.
Invito gli utenti a partecipare qualche parola di loro conoscenza e di dialogare insieme, anche scherzandoci su’ magari su qualcosa che potrebbe far sgorgare qualche sorriso o qualche semplice battuta. Se preferite, possiamo fare come nella sezione del dialetto, dove si cercava di indovinare il significato della parola. All’inizio mettero’ parole seguite dal loro significato e poi continueremo nel modo migliore. Il tutto fatto in armonia e coi modi che ci contraddistinguono, il filo portante rimane sempre quello del sorriso.
ABBIGLIAMENTO
Funciu=cappello
Richiama la forma di alcuni cappelli, indicati come "cappelli a fungo"
Ceramidu=Berretto o cappello.
Deriva dal lessico comune, dove ha l'accezione di "tegola". E' una delle tante parole greche (Keramos) che abbondano nel nostro dialetto. L'immagine e' chiaramente figurativa.
Supracielu=Cappello
La metafora e' tanto chiara quanto giusta. Indicato come appartenente al gergo palermitano ma molto diffuso in tutta la Calabria.
Ultima modifica di Admin il Gio 17 Giu - 21:27 - modificato 1 volta.
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" Chi ha il coraggio di ridere è padrone del mondo"
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Re: Il gergo della malavita
Suprattuttu= cappotto
Esprime l'uso del cappotto che si indossa sugli altri indumenti, largamente usato anche in altre regioni.
Lima= camicia
Ha origine dal gergo spagnolo e si ritiene calabrese non solo per i molti contatti che la Calabria ha avuto con la Spagna, ma anche perche' nel gergo calabrese e' usato nella forma composta "sutta lima" che manca negli altri gerghi.
Suttalima= Maglia interna
Maglia che si indossa sotto la camicia
Cavallu= Calzoni
Questo e' uno dei non pochi casi in cui si usa la parte per tutto. Infatti nel lessico comune "cavallu" e' una parte dei calzoni. Manca negli altri gerghi, o e' usato con diversi significati: a Palermo significa "tasca dei pantaloni", a Napoli "complice del ladro".
Tappu= Vestito, abito
Non se ne conosce l'origine. "Tappu" nella parlata comune ha il significato che ha in lingua, "tappo". In altri gerghi significa "cappotto" e nel volume della Pubblica Sicurezza si legge: "cio' che chiude. Sta ad indicare l'ultimo indumento che una persona puo' indossare".
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Re: Il gergo della malavita
Scíammaru= giacca
Si ritiene derivi da "sciammeriga", cioe' la giacca lunga usata dai "galantuomini" . La Pubblica Sicurezza lo riporta come appartenente al gergo di Palermo ma e' usato pure il Calabria.
Fanguse= Scarpe
L'immagine mette in luce come le scarpe per il loro uso siano spesso a contatto col fango e quindi se ne sporchino. Nel lessico calabrese all'italiano fango corrisponde "zanca", di dovrebbe pertanto ritenere che il termine gergale sia stato importato; tuttavia e' piu' probabile il contrario perche' sono parecchi i casi per i quali il gergo si e' servito della lingua.
Rote= Scarpe
L'immagine e' efficace. Infatti per l'uomo le scarpe hanno funzioni analoghe a quelle che per i veicoli e gli automezzi hanno le ruote.
Striscianti= scarpe
E' meno usato degli altri due sinonimi, l'immagine esprime efficacemente lo strisciare sul suolo delle scarpe.
Puzzáncara = calze
E' certamente di origine calabrese, manca infatti negli altri gerghi, che hanno dei termini analoghi come: "puzzusi" e "puzzafiato". La metafora e' tanto espressiva da rendere superflua ogni spiegazione.
Sampugna= Ombrello
Il termine e' molto figurativo. L'ombrello non aperto somiglia molto ad una zampogna. L'origine e' certamente calabrese, negli altri gerghi non e' nemmeno conosciuto.
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Re: Il gergo della malavita
'A portanta= bisaccia ed anche valigia
La metafora mette chiaramente in evidenza l'uso sia della valigia che della bisaccia. Non si usa senza l'articolo e non e' conosciuto negli altri gerghi.
Berta= Tasca
Si ritiene sia calabrese, anche se e' usato in altri gerghi; in quello milanese ha il significato di "arma corta da fuoco". Non se ne conosce l'origine.
Cipulla= orologio
Probabilmente deriva dalla somiglianza che i vecchi orologi da tasca hanno con la cipolla.
Occhju 'e voi= Orologio
Deriva dalla somiglianza ad un occhio di bue, a volte si usa solo dire "voi"
Capizza= Catena dell'orologio
Deriva dal termina dialettale che significa "cavezza". E' usato in senso figurativo ed e' molto espressivo, tantopiu' se si tiene conto che l'orologio nel gergo si chiama "voi", cioe' bue.
Fanali= Occhiali
L'immagine e' per se' chiaramente espressiva.
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